Lo shock anafilattico, quando intervenire subito
Lo shock anafilattico rappresenta una delle emergenze mediche più gravi e potenzialmente letali, caratterizzata da una reazione allergica sistemica che si manifesta in modo rapido e violento. Si tratta di una condizione che richiede un intervento immediato, poiché ogni minuto può fare la differenza tra la vita e la morte. Conoscere i sintomi, le cause e le modalità di intervento è fondamentale non solo per chi soffre di allergie note, ma per chiunque possa trovarsi a prestare soccorso in una situazione di emergenza.
Questa reazione allergica estrema può colpire chiunque, anche persone senza una storia allergica precedente, e può essere scatenata da molteplici fattori, dai farmaci agli alimenti, dalle punture di insetti ai materiali di uso comune. La rapidità con cui si manifesta e la gravità dei sintomi rendono essenziale una preparazione adeguata e una risposta tempestiva.
Cosa succede quando si ha uno shock anafilattico
Durante uno shock anafilattico, il sistema immunitario reagisce in modo eccessivo e inappropriato a una sostanza normalmente innocua, rilasciando massicciamente mediatori chimici come l’istamina. Questa liberazione improvvisa provoca una serie di reazioni a cascata nell’organismo che coinvolgono diversi apparati contemporaneamente.
Il fenomeno più pericoloso è la vasodilatazione generalizzata, che causa un rapido calo della pressione arteriosa. I vasi sanguigni si dilatano improvvisamente, il sangue non circola più adeguatamente verso gli organi vitali e il cuore fatica a mantenere una pressione sufficiente. Contemporaneamente, si verifica un aumento della permeabilità dei vasi sanguigni, con conseguente fuoriuscita di liquidi nei tessuti e riduzione del volume di sangue circolante.
A livello respiratorio, si manifesta un broncocostrizione che restringe le vie aeree, rendendo difficoltosa la respirazione. La combinazione di questi fattori può portare rapidamente a uno stato di shock circolatorio e insufficienza respiratoria, con conseguente riduzione dell’ossigenazione dei tessuti e potenziale arresto cardiaco se non si interviene tempestivamente.
Quali sono i sintomi dello shock anafilattico
I sintomi dello shock anafilattico si manifestano tipicamente entro pochi minuti dall’esposizione all’allergene, anche se in alcuni casi possono comparire fino a un’ora dopo. La caratteristica principale è la rapidità di insorgenza e il coinvolgimento di più organi e apparati contemporaneamente.
Sintomi cutanei e mucosi
I primi segnali spesso coinvolgono la pelle e le mucose: prurito intenso e diffuso, orticaria con pomfi rossastri, gonfiore del viso (in particolare labbra, lingua e palpebre), arrossamento generalizzato. Questi sintomi, pur essendo i più evidenti, non sono i più pericolosi ma rappresentano campanelli d’allarme importanti.
Sintomi respiratori
A livello respiratorio si manifestano difficoltà a respirare, senso di costrizione alla gola, raucedine, tosse persistente, respiro affannoso simile a quello dell’asma. La sensazione di non riuscire a respirare adeguatamente è uno dei sintomi più angoscianti per chi lo sperimenta.
Sintomi cardiovascolari
Il sistema cardiovascolare reagisce con tachicardia (battito cardiaco accelerato), ipotensione (pressione bassa), vertigini, sensazione di svenimento fino alla perdita di coscienza. Il polso può diventare debole e filante, segno di uno stato di shock in evoluzione.
Altri sintomi
Possono comparire anche sintomi gastrointestinali come nausea, vomito, crampi addominali e diarrea, oltre a un senso di ansia intensa e di morte imminente, confusione mentale e alterazione dello stato di coscienza.
Cosa può provocare anafilassi
Le cause dello shock anafilattico sono molteplici e variano da persona a persona. Identificare l’allergene responsabile è fondamentale per prevenire future reazioni.
Alimenti
Gli alimenti rappresentano una delle cause più comuni, soprattutto nei bambini. I principali responsabili sono: arachidi e frutta secca (noci, nocciole, mandorle), crostacei e molluschi, pesce, latte e derivati, uova, grano, soia, sesamo. Anche tracce minime possono scatenare una reazione grave in soggetti sensibilizzati.
Farmaci
Numerosi farmaci possono causare anafilassi, tra cui antibiotici (soprattutto penicillina e cefalosporine), antinfiammatori non steroidei (FANS), anestetici, mezzi di contrasto utilizzati per esami radiologici, farmaci biologici. La reazione può verificarsi anche dopo precedenti somministrazioni tollerate senza problemi.
Veleno di insetti
Le punture di api, vespe, calabroni e formiche possono provocare shock anafilattico in soggetti sensibilizzati. Il veleno iniettato contiene proteine che scatenano la reazione allergica.
Altre cause
Meno frequentemente, lo shock anafilattico può essere causato da lattice (guanti, preservativi, dispositivi medici), esercizio fisico (anafilassi indotta da sforzo, talvolta associata all’assunzione di determinati alimenti), fattori fisici come il freddo. In alcuni casi, nonostante indagini approfondite, non si riesce a identificare la causa scatenante (anafilassi idiopatica).
Come bloccare lo shock anafilattico: cosa fare immediatamente
L’intervento tempestivo è cruciale per salvare la vita di una persona in shock anafilattico. La sequenza di azioni da intraprendere deve essere rapida e precisa.
Somministrazione di adrenalina
L’adrenalina (epinefrina) è l’unico farmaco salvavita in caso di shock anafilattico e deve essere somministrata immediatamente. Chi soffre di allergie gravi dovrebbe sempre portare con sé un autoiniettore di adrenalina (come EpiPen o Jext) e sapere come utilizzarlo. L’iniezione va effettuata nella parte esterna della coscia, anche attraverso i vestiti se necessario. L’adrenalina agisce rapidamente contrastando la vasodilatazione, migliorando la funzione cardiaca e riducendo il broncospasmo.
Chiamare immediatamente il 118
Anche dopo la somministrazione di adrenalina, è fondamentale chiamare subito i soccorsi. Lo shock anafilattico richiede sempre un intervento medico specializzato, poiché i sintomi possono ripresentarsi (reazione bifasica) anche dopo un miglioramento iniziale.
Posizionamento del paziente
Se la persona è cosciente e ha difficoltà respiratorie, aiutarla a sedersi in posizione semi-seduta. Se invece presenta sintomi di shock con pressione bassa e vertigini, farla sdraiare con le gambe sollevate per favorire il ritorno venoso al cuore. In caso di vomito, posizionarla su un fianco per evitare il soffocamento.
Monitoraggio e supporto
Rimanere con la persona, monitorare costantemente la respirazione e il polso, rassicurarla mantenendo la calma. Se disponibile, somministrare ossigeno. In caso di arresto respiratorio o cardiaco, iniziare immediatamente le manovre di rianimazione cardiopolmonare.