
Carie: cause, sintomi e cure
La carie dentale è una delle malattie croniche più diffuse al mondo, colpendo circa il 90% della popolazione adulta almeno una volta nella vita.
Si tratta di un processo distruttivo progressivo che demineralizza e distrugge i tessuti duri del dente, causato dall’azione degli acidi prodotti dai batteri presenti nella placca dentale. Sebbene sia una condizione prevenibile, la carie rappresenta ancora oggi una delle principali cause di dolore odontoiatrico, perdita dei denti e costi sanitari elevati.
Carie: anatomia del dente e processo carioso
Il dente è composto da diversi strati con caratteristiche differenti. Lo smalto è il tessuto più esterno, il più duro del corpo umano, composto per il 96% da minerali. La dentina sottostante è meno mineralizzata e contiene tubuli che comunicano con la polpa dentale. La polpa, al centro del dente, contiene vasi sanguigni, nervi e tessuto connettivo.
Il processo carioso inizia con la demineralizzazione dello smalto causata dagli acidi prodotti dai batteri che metabolizzano gli zuccheri. Nelle fasi iniziali, la carie appare come una macchia bianca gessosa sulla superficie dello smalto, indicativa di perdita minerale subsuperficiale. In questa fase precoce, il processo è ancora reversibile attraverso la remineralizzazione.
Se il processo continua, la lesione progredisce attraverso lo smalto creando una cavità. Quando la carie raggiunge la dentina, la progressione accelera perché la dentina è meno mineralizzata e i batteri possono penetrare attraverso i tubuli dentinali. Nelle fasi avanzate, i batteri raggiungono la polpa causando pulpite, un’infiammazione dolorosa che può portare a necrosi pulpare e ascesso.
A cosa è dovuta la carie: fattori causali
La carie è una malattia multifattoriale che richiede la simultanea presenza di tre fattori: batteri cariogeni, zuccheri fermentabili e tempo. I batteri principali coinvolti sono Streptococcus mutans e Lactobacillus. Questi batteri metabolizzano gli zuccheri producendo acidi organici, principalmente acido lattico, che abbassano il pH orale sotto il valore critico di 5.5, innescando la demineralizzazione.
La frequenza di assunzione di zuccheri è più importante della quantità totale consumata. Ogni esposizione agli zuccheri causa un abbassamento del pH che dura circa 20-30 minuti. Consumare cibi dolci frequentemente durante il giorno mantiene il pH orale costantemente basso, impedendo alla saliva di tamponare l’acidità e favorire la remineralizzazione.
Fattori individuali modificano la suscettibilità alla carie: composizione e flusso salivare (la saliva neutralizza gli acidi e fornisce minerali per la remineralizzazione), anatomia dentale con solchi profondi che favoriscono l’accumulo di placca, posizione dei denti e malocclusioni che complicano l’igiene, esposizione al fluoro che rinforza lo smalto, e fattori genetici che influenzano la composizione dello smalto e la risposta immunitaria.
Come si capisce se si ha una carie: sintomi
Nelle fasi iniziali, la carie è completamente asintomatica e può essere rilevata solo attraverso esami odontoiatrici di routine. Le lesioni bianche iniziali sono visibili come macchie opache sullo smalto, diverse dalla lucentezza normale. In questa fase, il dente non è ancora cavitato e la lesione può essere arrestata o invertita.
Quando la carie progredisce attraverso lo smalto verso la dentina, possono comparire i primi sintomi. La sensibilità dentale a stimoli termici (freddo, caldo), dolci o acidi è un sintomo precoce comune. Questo dolore è tipicamente transitorio, dura solo durante l’esposizione allo stimolo e si attenua rapidamente quando lo stimolo viene rimosso.
Con l’avanzare della carie verso la polpa, il dolore diventa più intenso, prolungato e spontaneo. La pulpite reversibile causa dolore acuto provocato che persiste alcuni minuti dopo la rimozione dello stimolo. La pulpite irreversibile si manifesta con dolore spontaneo, pulsante, che peggiora di notte, può irradiarsi ad altre zone del viso, e non risponde bene agli analgesici comuni. La presenza di cavità visibile, alitosi, cattivo sapore e cambiamento di colore del dente sono segni di carie avanzata.
Quanto si può stare con una carie: progressione
La velocità di progressione della carie varia notevolmente tra individui e dipende da molteplici fattori. Una carie superficiale limitata allo smalto può rimanere stabile per mesi o anni, specialmente se le condizioni orali migliorano con migliore igiene e riduzione degli zuccheri. In questa fase, la lesione può arrestarsi o addirittura remineralizzarsi.
Una volta che la carie raggiunge la dentina, la progressione accelera significativamente. La dentina è meno mineralizzata dello smalto e i tubuli dentinali forniscono vie di accesso rapide per i batteri verso la polpa. Una carie dentinale non trattata può progredire verso la polpa in 6-18 mesi, anche se la variabilità individuale è notevole.
Ritardare il trattamento comporta rischi crescenti: progressione verso pulpite che richiede devitalizzazione invece di semplice otturazione, maggiore perdita di tessuto dentale che può compromettere la resistenza strutturale del dente, possibile sviluppo di ascesso con dolore severo e gonfiore, necessità di trattamenti più complessi e costosi, e nei casi estremi perdita del dente. Il trattamento precoce è sempre preferibile e meno invasivo.
Progressione della Carie Non Trattata
Cosa succede se non si interviene tempestivamente
Come si cura una carie: trattamenti odontoiatrici
Il trattamento della carie dipende dalla profondità e dall’estensione della lesione. Le carie iniziali limitate allo smalto possono essere gestite conservativamente attraverso remineralizzazione. L’applicazione topica di fluoro ad alta concentrazione, l’uso di dentifrici al fluoro, l’eliminazione dei fattori di rischio e il monitoraggio regolare possono arrestare la progressione e favorire la riparazione naturale.
Le carie cavitate richiedono rimozione del tessuto cariato e restauro. L’otturazione in composito è il trattamento più comune per carie piccole-medie. Il dentista rimuove il tessuto cariato con strumenti rotanti, prepara la cavità, applica adesivi e riempie con materiale composito che viene fotopolimerizzato. I compositi moderni hanno eccellente estetica e resistenza.
Per carie estese che compromettono la struttura dentale, possono essere necessari intarsi o onlay, restauri indiretti realizzati in laboratorio che ricoprono porzioni maggiori del dente, o corone protesiche che ricoprono completamente il dente fornendo protezione e rinforzo. Quando la carie raggiunge la polpa, è necessaria la devitalizzazione: rimozione della polpa infetta, disinfezione dei canali radicolari, sigillatura e successivo restauro protesico.
Prevenzione della carie: strategie efficaci
La prevenzione della carie si basa su quattro pilastri fondamentali. L’igiene orale domiciliare include spazzolamento dei denti almeno due volte al giorno con dentifricio al fluoro (1000-1500 ppm per adulti), pulizia interdentale quotidiana con filo o scovolini, e l’uso di collutori al fluoro può fornire protezione aggiuntiva. La tecnica di spazzolamento corretta è importante quanto la frequenza.
Il controllo della dieta riduce significativamente il rischio di carie. Limitare la frequenza di assunzione di zuccheri semplici, evitare bevande zuccherate o acide tra i pasti, preferire acqua o latte, consumare frutta fresca invece di succhi, terminare i pasti con cibi protettivi come formaggio che neutralizza l’acidità, e masticare chewing-gum senza zucchero dopo i pasti stimola la salivazione.
Le visite odontoiatriche regolari ogni 6-12 mesi permettono diagnosi precoce e trattamento tempestivo. Le sedute di igiene professionale rimuovono placca e tartaro dalle superfici difficilmente raggiungibili. L’applicazione professionale di fluoro ad alta concentrazione, le sigillature dei solchi nei bambini, e i consigli personalizzati completano il programma preventivo.
Carie nei bambini: prevenzione e trattamento
I bambini sono particolarmente suscettibili alla carie per diversi motivi: smalto dei denti da latte meno mineralizzato, dieta spesso ricca di zuccheri, igiene orale inadeguata per scarsa manualità, e alimentazione notturna prolungata con biberon contenenti liquidi zuccherati che causa la “sindrome da biberon” con carie multiple e severe.
La prevenzione inizia in gravidanza con una buona salute orale materna che riduce la trasmissione batterica. Nei primi anni, l’igiene deve essere eseguita dai genitori usando spazzolini morbidi e piccole quantità di dentifricio al fluoro. Evitare l’addolcimento del ciuccio, non condividere posate con il bambino, limitare succhi di frutta e bevande zuccherate, e favorire l’assunzione di acqua.
Le sigillature dei solchi sono fortemente raccomandate sui primi molari permanenti che erompono intorno ai 6 anni. Questa procedura preventiva riempie i solchi profondi della superficie masticante con resina, impedendo l’accumulo di placca e riducendo il rischio di carie del 80%. I controlli odontoiatrici dovrebbero iniziare dal primo anno di vita.
Fluoro e prevenzione della carie
Il fluoro è il più efficace agente preventivo contro la carie. Agisce attraverso molteplici meccanismi: incorporazione nello smalto formando fluoroapatite più resistente agli acidi, promozione della remineralizzazione delle lesioni iniziali, inibizione del metabolismo batterico riducendo la produzione di acidi, e effetto antibatterico diretto su Streptococcus mutans.
L’esposizione al fluoro può avvenire attraverso diverse vie. Il fluoro topico da dentifrici, collutori e gel professionali agisce direttamente sulla superficie dello smalto ed è considerato il metodo più efficace e sicuro. Il fluoro sistemico dall’acqua fluorata (dove disponibile) o integratori fornisce protezione durante lo sviluppo dei denti ma è meno critico dopo l’eruzione.
La dose ottimale di fluoro deve bilanciare benefici e rischi. L’uso corretto di dentifricio al fluoro (una quantità piccola come un chicco di riso nei bambini sotto 3 anni, una piccola quantità nei bambini 3-6 anni) è sicuro ed efficace. L’eccessiva ingestione di fluoro durante lo sviluppo dentale può causare fluorosi, che si manifesta come macchie bianche o marroni sullo smalto.
Tecnologie moderne nella diagnosi della carie
La diagnosi precoce della carie è fondamentale per trattamenti conservativi. Oltre all’esame visivo tradizionale, nuove tecnologie migliorano il rilevamento delle lesioni iniziali. La transilluminazione a fibra ottica (FOTI) utilizza luce per individuare cambiamenti di densità dello smalto invisibili a occhio nudo.
La fluorescenza laser quantifica la demineralizzazione misurando le modifiche di fluorescenza del tessuto cariato. Dispositivi come DIAGNOdent emettono un segnale acustico e numerico proporzionale al grado di demineralizzazione. Le radiografie digitali, specialmente quelle bitewing, rilevano carie interprossimali e sotto otturazioni esistenti con ridotta esposizione alle radiazioni.
La fotografia intraorale digitale documenta lo stato iniziale e permette il monitoraggio nel tempo delle lesioni incipiens gestite conservativamente. L’imaging a fluorescenza quantitativa (QLF) visualizza e quantifica la perdita minerale in tempo reale, permettendo decisioni terapeutiche basate su dati oggettivi piuttosto che solo su valutazione soggettiva.