
Disfagia, la difficoltà nella deglutizione
La disfagia è un disturbo della deglutizione che comporta difficoltà nel trasportare cibi e liquidi dalla bocca allo stomaco.
Questa condizione può variare da un lieve fastidio occasionale a un problema grave che compromette significativamente la nutrizione e la qualità della vita. La disfagia può colpire persone di tutte le età, ma è più comune negli anziani e in coloro che soffrono di determinate condizioni neurologiche o strutturali. Riconoscere i sintomi e comprendere le cause è fondamentale per una gestione appropriata.
Che cos’è la disfagia
La disfagia è definita come una difficoltà soggettiva o oggettiva nel trasferire il bolo alimentare dalla bocca allo stomaco. Il termine deriva dal greco “dys” (difficile) e “phagein” (mangiare). La deglutizione normale è un processo complesso che coinvolge più di 50 muscoli e diversi nervi, coordinati in una sequenza precisa che si completa in pochi secondi.
Il processo di deglutizione si divide in quattro fasi:
- Fase preparatoria orale: masticazione e formazione del bolo
- Fase orale: spinta del bolo dalla bocca alla faringe
- Fase faringea: trasporto rapido attraverso la faringe
- Fase esofagea: trasporto dall’esofago allo stomaco
Un’alterazione in qualsiasi di queste fasi può causare disfagia, con conseguenti rischi per la salute come malnutrizione, disidratazione e aspirazione polmonare.
Tipi di disfagia
La disfagia viene classificata principalmente in base alla localizzazione del problema:
Disfagia orofaringea
Anche chiamata disfagia “alta”, coinvolge la bocca e la faringe:
- Caratteristiche: difficoltà nell’iniziare la deglutizione
- Sintomi: sensazione di cibo bloccato in gola, tosse, rigurgito nasale
- Cause: problemi neurologici, muscolari o strutturali della bocca e faringe
- Rischi: alta probabilità di aspirazione polmonare
Disfagia esofagea
Chiamata anche disfagia “bassa”, riguarda l’esofago:
- Caratteristiche: sensazione di cibo bloccato nel petto
- Sintomi: dolore retrosternale, rigurgito, bruciore di stomaco
- Cause: problemi strutturali o motori dell’esofago
- Progressione: spesso progressiva, da solidi a liquidi
Cause della disfagia orofaringea
Le cause neurologiche sono le più comuni:
Malattie neurologiche
- Ictus: causa più frequente di disfagia acuta negli adulti
- Morbo di Parkinson: rigidità e bradicinesia che compromettono la deglutizione
- Sclerosi laterale amiotrofica (SLA): progressiva debolezza muscolare
- Sclerosi multipla: demielinizzazione che può coinvolgere i centri della deglutizione
- Demenza: compromettre il controllo volontario della deglutizione
- Paralisi cerebrale: disturbi del movimento dalla nascita
Malattie muscolari
- Miastenia gravis: debolezza muscolare fluttuante
- Distrofia muscolare: progressiva degenerazione muscolare
- Miosite: infiammazione dei muscoli della deglutizione
- Dermatomiosite: malattia autoimmune che colpisce muscoli e pelle
Cause strutturali
- Tumori: della bocca, faringe, laringe o base del cranio
- Diverticolo di Zenker: sacca che si forma nell’esofago superiore
- Stenosi faringee o esofagee: restringimenti cicatriziali
- Corpi estranei: oggetti bloccati nelle vie digestive superiori
- Infiammazioni acute: tonsilliti severe, ascessi retrofaringei
Cause iatrogene
- Chirurgia: interventi su testa, collo o spine cervicale
- Radioterapia: per tumori del distretto testa-collo
- Farmaci: sedativi, anticolinergici, miorilassanti
- Intubazione prolungata: danni alle strutture laringee
Cause della disfagia esofagea
Disturbi motori
- Acalasia: mancato rilassamento dello sfintere esofageo inferiore
- Spasmo esofageo diffuso: contrazioni non coordinate dell’esofago
- Sclerodermia: ispessimento del tessuto connettivo
- Malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE): infiammazione cronica
Cause ostruttive
- Stenosi peptiche: cicatrici da reflusso acido cronico
- Tumori esofagei: benigni o maligni
- Anelli e membrane: restringimenti congeniti o acquisiti
- Corpi estranei: cibo o oggetti incastrati nell’esofago
- Compressioni esterne: masse mediastiniche, aneurismi aortici
Sintomi della disfagia
I sintomi variano a seconda del tipo e della gravità:
Sintomi comuni
- Sensazione di blocco: cibo che si ferma in gola o nel petto
- Dolore durante la deglutizione (odinofagia): può irradiarsi al collo o alle spalle
- Rigurgito: ritorno di cibo non digerito in bocca
- Tosse durante i pasti: dovuta ad aspirazione
- Cambiamenti nella voce: raucedine dopo aver mangiato
- Scialorrea: eccessiva salivazione per difficoltà a deglutire la saliva
Sintomi specifici della disfagia orofaringea
- Difficoltà nell’iniziare la deglutizione: esitazione prima di deglutire
- Fuoriuscita di cibo dal naso: rigurgito nasale
- Tosse immediata: durante o subito dopo la deglutizione
- Voce gorgogliante: presenza di secrezioni in gola
- Perdita di peso: per ridotto apporto alimentare
Sintomi specifici della disfagia esofagea
- Dolore retrosternale: sensazione di pressione o bruciore nel petto
- Rigurgito tardivo: dopo minuti o ore dal pasto
- Alitosi: per fermentazione del cibo ristagnante
- Progressione dei sintomi: prima per solidi, poi per liquidi
Complicazioni della disfagia
Aspirazione polmonare
La complicazione più temibile:
- Polmonite ab ingestis: infezione polmonare da materiale aspirato
- Pneumonia chimica: infiammazione da succhi gastrici aspirati
- Asfissia: ostruzione completa delle vie aeree
- Infezioni polmonari ricorrenti: per aspirazioni ripetute
Malnutrizione e disidratazione
- Perdita di peso involontaria: per ridotto apporto calorico
- Carenze vitaminiche: per dieta monotona o insufficiente
- Disidratazione: difficoltà nell’assumere liquidi adeguati
- Sarcopenia: perdita di massa muscolare negli anziani
Impatto psicosociale
- Isolamento sociale: evitare pasti in compagnia
- Ansia e depressione: per la paura di soffocare
- Perdita di piacere: il cibo non è più fonte di soddisfazione
- Dipendenza: necessità di assistenza per l’alimentazione
Diagnosi della disfagia
Valutazione clinica
- Anamnesi dettagliata: modalità d’insorgenza, progressione, fattori scatenanti
- Esame obiettivo: valutazione neurologica, ispezione del cavo orale
- Test di deglutizione: osservazione durante l’assunzione di cibi di diverse consistenze
- Valutazione dello stato nutrizionale: peso, massa muscolare, parametri ematici
Esami strumentali
Video fluoroscopia della deglutizione
- Esame gold standard: visualizzazione in tempo reale della deglutizione
- Uso di contrasto: bario di diverse consistenze
- Valutazione dinamica: tutte le fasi della deglutizione
- Identificazione dell’aspirazione: anche silente
Endoscopia flessibile della deglutizione (FEES)
- Valutazione diretta: visualizzazione delle strutture oro-faringee
- Test con alimenti colorati: per evidenziare residui e aspirazione
- Valutazione anatomica: escludere lesioni strutturali
- Procedura ambulatoriale: meno invasiva della videofluoroscopia
Altri esami
- Manometria esofagea: per valutare la motilità esofagea
- pH-metria: per documentare il reflusso gastroesofageo
- TC o RM: per valutare cause strutturali
- Endoscopia digestiva: per visualizzare direttamente l’esofago
Trattamento della disfagia
Il trattamento deve essere personalizzato in base alla causa e alla gravità:
Modifiche dietetiche
- Consistenze modificate: cibi frullati, omogeneizzati, liquidi addensati
- Temperature appropriate: evitare cibi troppo caldi o freddi
- Piccoli bocconi: ridurre le dimensioni del bolo
- Eliminazione di cibi a rischio: noci, popcorn, caramelle dure
- Arricchimento calorico: per prevenire malnutrizione
Strategie compensatorie
- Posizioni facilitanti: inclinazione del capo, rotazione laterale
- Manovre di deglutizione: deglutizione sovraglottica, doppia deglutizione
- Modifiche dell’ambiente: ridurre distrazioni durante i pasti
- Strumenti adattivi: bicchieri speciali, posate modificate
Riabilitazione logopedica
- Esercizi di rafforzamento: muscoli oro-facciali e laringei
- Stimolazione sensoriale: migliorare la percezione del bolo
- Coordinazione respiratoria: sincronizzazione respiro-deglutizione
- Training di deglutizione: tecniche specifiche per ogni tipo di disfagia
Trattamenti farmacologici
- Per cause specifiche: levodopa per il Parkinson, immunosoppressori per miastenia
- Gastroprotettori: per il reflusso gastroesofageo
- Stimolanti della motilità: metoclopramide, domperidone
- Miorilassanti: per spasmi esofagei
Procedure invasive
- Dilatazione esofagea: per stenosi benigne
- Tossina botulinica: per acalasia o spasmi esofagei
- PEG (gastrostomia endoscopica percutanea): per nutrizione a lungo termine
- Chirurgia: miotomia per acalasia, resezioni per tumori
Prevenzione e gestione
Prevenzione primaria
- Controllo dei fattori di rischio: ipertensione, diabete, fumo
- Igiene orale adeguata: prevenire infezioni che possono causare disfagia
- Vaccinazioni: influenza e pneumococco negli anziani
- Sicurezza alimentare: evitare cibi contaminati che possono causare botulismo
Gestione a lungo termine
- Monitoraggio nutrizionale: controlli regolari del peso e parametri ematici
- Follow-up logopedico: per mantenere e migliorare le capacità di deglutizione
- Supporto familiare: educazione dei caregivers
- Adattamenti domestici: modifiche dell’ambiente per facilitare l’alimentazione
Prognosi
La prognosi varia enormemente in base alla causa sottostante:
- Disfagia post-ictus: miglioramento significativo possibile con riabilitazione
- Malattie neurodegenerative: progressione generalmente inesorabile
- Cause strutturali benigne: spesso risolvibili con trattamento appropriato
- Tumori maligni: prognosi dipendente dallo stadio e dalla risposta al trattamento
L’intervento precoce e multidisciplinare migliora significativamente la qualità della vita e riduce il rischio di complicazioni gravi. La collaborazione tra medici, logopedisti, nutrizionisti e caregivers è essenziale per una gestione ottimale della disfagia.