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Cos’è la dislalia, quali sono le cause e come si può risolvere

La dislalia è un disturbo del linguaggio che colpisce la capacità di pronunciare correttamente alcuni suoni o fonemi.

Questo problema può manifestarsi sia nei bambini durante lo sviluppo del linguaggio sia negli adulti, compromettendo la chiarezza della comunicazione orale.

Dislalia significato: definizione e caratteristiche

Il termine dislalia deriva dal greco e significa letteralmente “difficoltà nel parlare“. Si tratta di un disturbo che riguarda specificamente l’articolazione dei suoni, senza coinvolgere altre funzioni cognitive o neurologiche. Chi soffre di dislalia comprende perfettamente il linguaggio e ha idee chiare su ciò che vuole comunicare, ma incontra difficoltà nell’esprimere correttamente determinati fonemi.

Questo disturbo può interessare uno o più suoni specifici. I fonemi più frequentemente coinvolti sono la “r“, la “s“, la “z“, i suoni “ch“, “gh“, “gl” e alcuni gruppi consonantici come “tr“, “br“, “cr“. La persona con dislalia sostituisce questi suoni con altri più facili da pronunciare o li omette completamente.

Dislalia bambini: quando si manifesta nell’infanzia

Nei bambini, la dislalia può essere considerata normale durante le prime fasi dello sviluppo linguistico. È naturale che i piccoli abbiano difficoltà con alcuni suoni complessi fino ai 4-5 anni di età. Tuttavia, quando queste difficoltà persistono oltre questo periodo, si parla di dislalia patologica.

I bambini con dislalia spesso mostrano frustrazione quando non vengono compresi. Possono diventare timidi nel parlare o evitare situazioni sociali dove devono comunicare verbalmente. È importante riconoscere i segnali precocemente per intervenire in modo tempestivo.

Durante l’età scolare, la dislalia può influenzare l’apprendimento della lettura e della scrittura. I bambini potrebbero scrivere le parole così come le pronunciano, commettendo errori ortografici sistematici. Questo collegamento tra pronuncia e scrittura rende ancora più importante un intervento logopedico mirato.

Dislalia adulti: caratteristiche nel soggetto maturo

Negli adulti, la dislalia può essere la conseguenza di un disturbo non risolto durante l’infanzia oppure può svilupparsi a seguito di traumi, interventi chirurgici o patologie neurologiche. In alcuni casi, può essere legata a problematiche dentali o ortodontiche che modificano la posizione della lingua durante l’articolazione.

Gli adulti con dislalia spesso sviluppano strategie compensatorie per evitare le parole che contengono i suoni problematici. Questo può limitare la loro espressività e influenzare la vita professionale e sociale. La consapevolezza del problema è generalmente maggiore rispetto ai bambini, il che può facilitare la collaborazione durante il trattamento logopedico.

Quali sono i sintomi della dislalia?

I sintomi principali della dislalia includono la sostituzione sistematica di determinati suoni con altri, l’omissione di fonemi specifici o la distorsione nella pronuncia. Per esempio, una persona potrebbe dire “cane” invece di “carne” o “teno” invece di “treno”.

Altri sintomi possono comprendere difficoltà nell’articolare parole complesse, tendenza a parlare più lentamente per cercare di pronunciare correttamente i suoni, e possibile affaticamento durante conversazioni prolungate. Nei bambini si può osservare anche riluttanza a partecipare a conversazioni o a leggere ad alta voce.

È importante distinguere la dislalia da altri disturbi del linguaggio. A differenza della disartria, che coinvolge problemi muscolari, o dell’afasia, che riguarda la comprensione e formulazione del linguaggio, la dislalia è un problema puramente articolatorio.

Le principali cause della dislalia

Le cause della dislalia possono essere multiple e spesso si combinano tra loro. Tra i fattori più comuni troviamo problemi anatomici come malformazioni del palato, della lingua o dei denti. Anche l’abitudine a succhiare il pollice prolungatamente o l’uso eccessivo del ciuccio possono influenzare lo sviluppo articolatorio.

Cause funzionali includono difficoltà nella coordinazione dei movimenti della lingua e delle labbra, problemi uditivi che impediscono una corretta percezione dei suoni, o semplicemente un apprendimento errato dei modelli articolatori. In alcuni casi, fattori ambientali come un modello linguistico scorretto in famiglia possono contribuire al problema.

Cause neurologiche, seppur meno frequenti, possono includere lievi disfunzioni del sistema nervoso che controllano i movimenti articolatori. È importante sottolineare che nella maggior parte dei casi la dislalia non è associata a deficit cognitivi o ritardi nello sviluppo generale.

Come si cura la dislalia?

Il trattamento della dislalia si basa principalmente sulla terapia logopedica. Il logopedista valuta inizialmente il tipo e la gravità del disturbo attraverso test specifici e osservazione diretta del paziente. Successivamente, sviluppa un programma di intervento personalizzato.

La terapia include esercizi di motricità orale per rafforzare e coordinare i muscoli coinvolti nell’articolazione. Si utilizzano tecniche di posizionamento della lingua, esercizi di respirazione e attività per migliorare la percezione uditiva dei suoni. Il lavoro viene spesso supportato da materiali visivi e giochi, specialmente con i bambini.

La durata del trattamento varia in base alla gravità del disturbo e all’età del paziente. Generalmente, i bambini rispondono più rapidamente alla terapia rispetto agli adulti. È fondamentale la collaborazione della famiglia nel praticare gli esercizi a casa e nel rinforzare i progressi ottenuti durante le sedute.

Strategie preventive e supporto familiare

La prevenzione della dislalia può iniziare già nei primi anni di vita. È importante creare un ambiente linguistico ricco e stimolante, leggere regolarmente ai bambini e incoraggiarli a esprimersi verbalmente. Evitare l’uso prolungato di ciuccio oltre i due anni e scoraggiare abitudini come succhiarsi il pollice può ridurre il rischio di problemi articolatori.

I genitori dovrebbero prestare attenzione allo sviluppo del linguaggio dei loro figli e consultare un logopedista se notano persistenti difficoltà di pronuncia oltre i 4-5 anni. Un intervento precoce aumenta significativamente le possibilità di successo del trattamento.

Durante il percorso terapeutico, il supporto familiare è essenziale. I genitori dovrebbero incoraggiare i tentativi di comunicazione del bambino, evitando correzioni eccessive che potrebbero generare frustrazione. È importante celebrare i progressi, anche quelli piccoli, per mantenere alta la motivazione.