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I polipi: tipi, cause, sintomi

I polipi sono escrescenze anomale di tessuto che si sviluppano sulla superficie delle mucose di vari organi del corpo. Queste formazioni possono variare notevolmente per dimensioni, forma e potenziale patologico, da piccole lesioni benigne millimetriche a masse più grandi che possono evolvere in forme maligne.

La presenza di polipi è relativamente comune, specialmente nel tratto gastrointestinale, e la loro individuazione precoce attraverso screening appropriati è fondamentale per prevenire complicanze e trasformazioni neoplastiche.

Che cos’è un polipo: definizione e caratteristiche

Un polipo è una crescita anomala di tessuto che si proietta dalla superficie di una mucosa verso il lume dell’organo. Questa escrescenza può presentarsi con diverse morfologie: polipi peduncolati, che sono attaccati alla mucosa tramite un peduncolo sottile simile a un gambo, polipi sessili, che hanno una base larga senza peduncolo e aderiscono direttamente alla superficie, e polipi piatti, che sono appena rilevati sulla mucosa.

Le dimensioni dei polipi possono variare da pochi millimetri a diversi centimetri. Generalmente, polipi più grandi hanno maggiore probabilità di contenere alterazioni displastiche o cellule maligne. La superficie può essere liscia, lobulata o villosa, caratteristiche che hanno implicazioni sulla natura benigna o maligna della lesione.

I polipi possono svilupparsi in diversi organi rivestiti da mucosa: colon e retto (i più comuni e clinicamente rilevanti), stomaco, intestino tenue, vescica, utero e cervice uterina, naso e seni paranasali, corde vocali, e vie biliari. Ogni localizzazione ha caratteristiche specifiche in termini di frequenza, sintomatologia e rischio di malignità.

Tipi di polipi: classificazione istologica

I polipi adenomatosi o adenomi rappresentano il tipo più importante clinicamente perché hanno potenziale di trasformazione maligna. Costituiscono circa il 70% dei polipi colorettali e si distinguono in tre sottotipi: adenomi tubulari (75% degli adenomi), adenomi tubulovillosi (15%) e adenomi villosi (10%). Gli adenomi villosi hanno il maggior rischio di degenerazione maligna.

I polipi iperplastici sono escrescenze benigne molto comuni, specialmente nel colon distale e nel retto. Sono generalmente piccoli, multipli e hanno bassissimo rischio di trasformazione maligna. Tuttavia, la sindrome da poliposi iperplastica, caratterizzata da numerosi polipi iperplastici di grandi dimensioni, può aumentare il rischio di cancro colorettale.

I polipi infiammatori o pseudopolipi si sviluppano in risposta a infiammazione cronica della mucosa, tipicamente in pazienti con malattie infiammatorie intestinali come colite ulcerosa o morbo di Crohn. Non hanno potenziale maligno intrinseco ma la malattia infiammatoria sottostante aumenta il rischio di cancro. I polipi amartomatosi sono lesioni composte da tessuti normali in configurazione anormale e includono i polipi giovanili e quelli associati a sindromi genetiche.

Tipi di Polipi del Colon
Tipo di polipo Frequenza Localizzazione tipica Rischio maligno Caratteristiche
Adenoma tubulare Molto comune Tutto il colon Basso Più comune, crescita lenta
Adenoma villoso Poco comune Colon sinistro/retto Alto Superficie vellutata
Adenoma tubulovilloso Comune Variabile Medio Caratteristiche miste
Iperplastico Molto comune Colon distale/retto Molto basso Piccoli, multipli
Infiammatorio Raro Pazienti con IBD Nullo Reattivo a infiammazione
Amartomatoso Raro Sindromi genetiche Basso Tessuti normali disorganizzati

Cause dei polipi: fattori di rischio

L’età rappresenta il fattore di rischio più significativo per lo sviluppo di polipi adenomatosi del colon. L’incidenza aumenta progressivamente dopo i 50 anni, motivo per cui gli screening colonoscopici iniziano generalmente a questa età. Circa il 30-50% degli adulti sopra i 50 anni presenta almeno un polipo adenomatoso.

La predisposizione genetica gioca un ruolo importante. Sindromi ereditarie come la poliposi adenomatosa familiare (FAP), causata da mutazioni del gene APC, comporta lo sviluppo di centinaia o migliaia di polipi adenomatosi nel colon e retto con rischio di cancro vicino al 100% se non trattata. La sindrome di Lynch o cancro colorettale ereditario non poliposico aumenta il rischio di sviluppare polipi e cancro colorettale in età precoce.

Fattori dietetici e dello stile di vita influenzano il rischio di sviluppare polipi. Diete ricche di carni rosse e processate, grassi saturi, e povere di fibre sono associate a maggior rischio. L’obesità, la sedentarietà, il fumo di sigaretta e l’uso eccessivo di alcol aumentano significativamente il rischio. Al contrario, diete ricche di frutta, verdura, fibre, calcio e vitamina D sembrano avere effetto protettivo.

Quali sono i sintomi dei polipi

La maggior parte dei polipi, specialmente quelli di piccole dimensioni, è completamente asintomatica e viene scoperta incidentalmente durante esami eseguiti per altri motivi o durante screening preventivi. Questa caratteristica rende gli screening particolarmente importanti per la prevenzione del cancro colorettale.

Il sanguinamento rettale rappresenta il sintomo più comune quando presente. Può manifestarsi come sangue rosso vivo nelle feci, striature di sangue sulla superficie delle feci, o sangue occulto rilevabile solo con test specifici. Il sanguinamento è più frequente con polipi di grandi dimensioni, villosi o ulcerati. La perdita ematica cronica può causare anemia sideropenica con conseguente astenia, pallore e dispnea.

Altri sintomi possono includere alterazioni dell’alvo come diarrea o stitichezza, muco nelle feci, dolore addominale crampiforme, e nei casi di polipi molto grandi che ostruiscono parzialmente il lume intestinale, sintomi occlusivi come distensione addominale, nausea e vomito. I polipi peduncolati di grandi dimensioni possono causare intussuscezione, una forma di occlusione intestinale che richiede trattamento urgente.

Quali sono i polipi più pericolosi

I polipi adenomatosi villosi sono considerati i più pericolosi per l’alto rischio di trasformazione maligna. Circa il 40% degli adenomi villosi superiori a 2 cm contiene già focolai di adenocarcinoma al momento della diagnosi. Anche gli adenomi tubulovillosi hanno rischio significativo, mentre gli adenomi tubulari hanno rischio inferiore ma non trascurabile.

Le dimensioni rappresentano un fattore prognostico cruciale. Polipi inferiori a 1 cm hanno rischio di malignità inferiore all’1%, quelli tra 1 e 2 cm hanno rischio del 10%, mentre polipi superiori a 2 cm hanno rischio che supera il 40%. Per questo motivo, le linee guida raccomandano la rimozione di tutti i polipi adenomatosi indipendentemente dalle dimensioni.

La presenza di displasia severa o alto grado all’esame istologico indica un rischio molto elevato di progressione verso il cancro. La displasia rappresenta alterazioni cellulari precancerose e può essere classificata come basso o alto grado. I polipi con displasia ad alto grado richiedono follow-up più stretto e possono necessitare di resezione chirurgica se la rimozione endoscopica non è completa.

Come capire se un polipo è benigno o maligno

La distinzione definitiva tra polipo benigno e maligno può essere fatta solo attraverso l’esame istologico del tessuto rimosso. Durante la colonscopia, alcune caratteristiche visive possono suggerire la natura della lesione: polipi maligni tendono ad avere superficie irregolare, ulcerata, friabile che sanguina facilmente, mentre polipi benigni hanno generalmente superficie liscia e rosea.

La classificazione di Parigi descrive la morfologia endoscopica delle lesioni e aiuta a predire il rischio di malignità. Lesioni piatte o depresse hanno rischio maggiore rispetto a quelle peduncolate. Tecniche avanzate come la cromoendoscopia, che utilizza coloranti per evidenziare i pattern della mucosa, e l’endoscopia con magnificazione aiutano a caratterizzare meglio le lesioni.

L’esame istologico valuta l’architettura ghiandolare, il grado di displasia, la presenza di invasione dello stroma sottomucoso, e i margini di resezione. Un polipo adenomatoso con displasia di basso grado è benigno ma con potenziale maligno, mentre la presenza di invasione dello stroma definisce un adenocarcinoma. L’infiltrazione vascolare o linfatica e la profondità di invasione determinano la necessità di ulteriori trattamenti.

Diagnosi e trattamento dei polipi

La colonscopia rappresenta il gold standard per la diagnosi e il trattamento dei polipi colorettali. Permette la visualizzazione diretta di tutto il colon e retto, l’identificazione di polipi di qualsiasi dimensione, e la possibilità di rimozione immediata nella maggior parte dei casi. La preparazione intestinale adeguata è cruciale per un esame accurato.

La polipectomia endoscopica è la rimozione del polipo durante la colonscopia. Polipi peduncolati vengono asportati con ansa diatermica che taglia il peduncolo, mentre polipi sessili possono essere rimossi con resezione mucosa endoscopica (EMR) o dissezione sottomucosa endoscopica (ESD) per lesioni più grandi. Tutti i polipi rimossi vengono inviati per esame istologico.

La resezione chirurgica è riservata a polipi non removibili endoscopicamente per dimensioni, localizzazione o caratteristiche sospette, quando l’istologia mostra adenocarcinoma con caratteristiche sfavorevoli che richiedono resezione oncologica, o in sindromi da poliposi che richiedono colectomia profilattica. La chirurgia può essere eseguita con approccio laparoscopico minimamente invasivo.

Prevenzione e follow-up

La prevenzione primaria dei polipi si basa su modifiche dello stile di vita: dieta ricca di fibre, frutta e verdura, riduzione di carni rosse e processate, mantenimento di peso corporeo adeguato, attività fisica regolare, cessazione del fumo e moderazione nell’uso di alcol. L’uso di aspirina a basse dosi ha mostrato effetti preventivi ma deve essere discusso con il medico per valutare il rapporto rischio-beneficio.

Lo screening per il cancro colorettale è raccomandato per tutti gli adulti a partire dai 45-50 anni. La colonscopia ogni 10 anni è l’opzione più efficace, ma altre modalità includono test del sangue occulto fecale annuale, sigmoidoscopia ogni 5 anni o colonscopia virtuale (TC colonografia) ogni 5 anni. La scelta dipende da disponibilità, preferenze del paziente e fattori di rischio individuali.

Il follow-up dopo polipectomia dipende dai risultati istologici e dal numero di polipi rimossi. Polipi adenomatosi di basso rischio richiedono colonscopia di sorveglianza dopo 5-10 anni, mentre polipi ad alto rischio (villosi, grandi, multipli o con displasia avanzata) richiedono follow-up più stretto a 3 anni. Pazienti con sindromi ereditarie necessitano di protocolli di sorveglianza intensiva specifici.