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La sindrome del tunnel tarsale: cos’è e a chi rivolgersi

La sindrome del tunnel tarsale rappresenta una condizione neurologica che colpisce il piede, causando dolore e disturbi della sensibilità. Questa patologia, meno conosciuta rispetto alla più famosa sindrome del tunnel carpale, può compromettere significativamente la qualità della vita di chi ne soffre.

Cos’è il tunnel tarsale

Il tunnel tarsale è uno spazio anatomico situato nella parte interna della caviglia, delimitato da ossa e legamenti. All’interno di questo canale passano diversi tendini, vasi sanguigni e il nervo tibiale posteriore, che fornisce innervazione alla pianta del piede.

La sindrome del tunnel tarsale si sviluppa quando il nervo tibiale posteriore subisce una compressione all’interno di questo spazio ristretto. La compressione può essere causata da diversi fattori, tra cui gonfiore dei tessuti circostanti, ispessimento dei legamenti o presenza di masse occupanti spazio.

Il nervo tibiale posteriore è responsabile della sensibilità di gran parte della pianta del piede e del controllo di alcuni muscoli intrinseci. Quando viene compresso, si manifesta quella sintomatologia caratteristica che definisce la sindrome.

Sintomi caratteristici della sindrome

I sintomi della sindrome del tunnel tarsale si presentano tipicamente nella zona plantare del piede e possono variare in intensità e frequenza. Il dolore rappresenta il sintomo principale, spesso descritto come bruciante o lancinante, localizzato principalmente nella pianta del piede.

Il formicolio e l’intorpidimento sono altrettanto comuni, interessando solitamente la zona del tallone, l’arco plantare e le prime tre dita del piede. Questi disturbi della sensibilità possono estendersi fino alle dita e tendono a peggiorare durante la notte o dopo periodi di attività prolungata.

Molti pazienti riferiscono una sensazione di debolezza nel piede, con difficoltà nel camminare in punta di piedi o nell’eseguire movimenti che richiedono forza muscolare. La sintomatologia può essere intermittente nelle fasi iniziali, diventando più costante con il progredire della condizione.

Il dolore spesso si intensifica durante la deambulazione e può irradiarsi verso la gamba, compromettendo la normale attività fisica quotidiana.

Principali cause e fattori di rischio

Le cause della sindrome del tunnel tarsale sono molteplici e spesso correlate a condizioni che determinano un aumento della pressione all’interno del tunnel. L’infiammazione rappresenta uno dei meccanismi più comuni, spesso conseguente a traumi, sovraccarico funzionale o patologie sistemiche.

Le deformità del piede come il piede piatto o il piede cavo possono predisporre allo sviluppo della sindrome, alterando la biomeccanica della deambulazione e aumentando la tensione sui tessuti molli.

Condizioni sistemiche come il diabete, l’artrite reumatoide e l’ipotiroidismo possono favorire lo sviluppo di infiammazione e ritenzione di liquidi, contribuendo alla compressione nervosa.

L’attività sportiva intensa, particolarmente la corsa e gli sport che comportano sollecitazioni ripetute del piede, può causare microtraumi e infiammazione cronica. Anche l’uso di calzature inadeguate o il sovrappeso possono contribuire allo sviluppo della patologia.

Come capire se ho il tunnel tarsale

La diagnosi della sindrome del tunnel tarsale richiede un’attenta valutazione clinica da parte di uno specialista. L’esame obiettivo include la palpazione della zona del tunnel tarsale, spesso in grado di evocare dolore o parestesie caratteristiche.

Il segno di Tinel per il tunnel tarsale consiste nella percussione delicata della zona posteriore al malleolo mediale: un risultato positivo provoca formicolio o scosse elettriche che si irradiano verso la pianta del piede.

L’analisi della sensibilità cutanea permette di identificare le zone di ipoestesia o anestesia, tipicamente localizzate nella distribuzione del nervo tibiale posteriore. La valutazione della forza muscolare completa il quadro diagnostico clinico.

La raccolta di un’anamnesi dettagliata è fondamentale per identificare fattori scatenanti, modalità di insorgenza e caratteristiche del dolore.

Che esami fare per tunnel tarsale

Gli esami strumentali rivestono un ruolo importante nella conferma diagnostica e nella pianificazione terapeutica. L’elettromiografia e l’elettroneurografia rappresentano il gold standard per valutare la funzionalità del nervo tibiale posteriore.

Questi esami permettono di quantificare il grado di compromissione nervosa, identificare il punto esatto della compressione e monitorare l’evoluzione della patologia nel tempo.

L’ecografia del tunnel tarsale sta assumendo crescente importanza, consentendo di visualizzare direttamente il nervo e i tessuti circostanti. Questo esame può identificare ispessimenti del nervo, presenza di liquido o masse che causano compressione.

La risonanza magnetica viene riservata ai casi complessi o quando si sospettano patologie associate. Questo esame fornisce informazioni dettagliate sui tessuti molli e può escludere altre condizioni che mimano la sindrome del tunnel tarsale.

Opzioni di trattamento conservativo

Il trattamento della sindrome del tunnel tarsale inizia sempre con un approccio conservativo, che si rivela efficace nella maggior parte dei casi nelle fasi iniziali. La modificazione delle attività rappresenta il primo intervento: ridurre o evitare le attività che scatenano i sintomi può portare a un miglioramento significativo.

L’uso di plantari personalizzati aiuta a correggere eventuali alterazioni biomeccaniche del piede, riducendo la tensione sui tessuti molli e la pressione all’interno del tunnel tarsale.

La fisioterapia comprende esercizi di stretching per il tendine d’Achille e la fascia plantare, tecniche di mobilizzazione nervosa e rinforzo muscolare specifico. Il trattamento fisioterapico mira a migliorare la flessibilità e ridurre l’infiammazione.

L’applicazione di ghiaccio nelle fasi acute può contribuire a ridurre l’infiammazione e il dolore. I farmaci antinfiammatori non steroidei possono essere utilizzati per brevi periodi sotto controllo medico.

Come curare la sindrome del tunnel tarsale

Quando il trattamento conservativo non risulta efficace, possono essere considerate opzioni terapeutiche più invasive. Le infiltrazioni di corticosteroidi all’interno del tunnel tarsale possono fornire un sollievo temporaneo significativo, riducendo l’infiammazione locale.

Questa procedura deve essere eseguita da personale esperto, utilizzando guide ecografiche per garantire precisione e sicurezza.

Rimedi naturali e prevenzione

Alcuni rimedi naturali possono supportare il trattamento tradizionale. L’applicazione di impacchi freddi e caldi alternati può aiutare a ridurre l’infiammazione e migliorare la circolazione locale.

Gli esercizi di mobilizzazione dolce del piede e della caviglia, eseguiti regolarmente, possono mantenere la flessibilità dei tessuti e prevenire l’irrigidimento. Il massaggio delicato della zona plantare può contribuire a rilassare i tessuti molli.

La scelta di calzature appropriate rappresenta un elemento fondamentale nella prevenzione e nel trattamento. Scarpe con supporto dell’arco plantare, ammortizzazione adeguata e spazio sufficiente per le dita possono ridurre significativamente il rischio di sviluppare la sindrome.

Quando si opera il tunnel tarsale

L’intervento chirurgico viene considerato quando tutti i trattamenti conservativi hanno fallito e i sintomi persistono o peggiorano. La decompressione chirurgica del tunnel tarsale consiste nella sezione del legamento che forma il tetto del tunnel, liberando il nervo tibiale posteriore dalla compressione.

La procedura viene solitamente eseguita in anestesia locale o locoregionale e richiede un periodo di recupero che varia da alcune settimane a diversi mesi. Il successo dell’intervento dipende da diversi fattori, tra cui la durata dei sintomi preoperatori e il grado di compromissione nervosa.

La fisioterapia post-operatoria è essenziale per ottimizzare i risultati e favorire il recupero funzionale completo.