
L’esofagite: cosa mangiare e come curarla
L’esofagite è un’infiammazione della mucosa dell’esofago, il condotto che collega la bocca allo stomaco. Questa condizione può causare disagio significativo e influire sulla qualità della vita. Comprendere le cause, i sintomi e le strategie terapeutiche, comprese le scelte alimentari corrette, è fondamentale per gestire efficacemente questa patologia.
Cos’è l’esofagite
L’esofagite è caratterizzata da un’infiammazione che colpisce la mucosa esofagea, causando irritazione, infiammazione e, nei casi più gravi, ulcerazioni o restringimenti. Questa condizione può essere acuta (di breve durata) o cronica (persistente nel tempo) e può manifestarsi con diversa gravità, da forme lievi a severe.
Tipi di esofagite
Esistono diverse forme di esofagite, ciascuna con cause e caratteristiche specifiche:
Esofagite da reflusso
È la forma più comune, causata dal reflusso gastroesofageo (MRGE), una condizione in cui il contenuto acido dello stomaco risale nell’esofago. Il reflusso ripetuto danneggia la mucosa esofagea, provocando infiammazione. L’esofagite da reflusso viene classificata in gradi (da A a D nella classificazione di Los Angeles) in base alla gravità delle lesioni.
Esofagite erosiva
È una forma avanzata di esofagite da reflusso caratterizzata dalla presenza di erosioni visibili della mucosa esofagea. In questo caso, il danno tissutale è più marcato e può richiedere trattamenti più intensivi.
Esofagite eosinofila
Si tratta di una condizione infiammatoria cronica caratterizzata dalla presenza di un elevato numero di eosinofili (un tipo di globuli bianchi) nella mucosa esofagea. È spesso associata a reazioni allergiche a determinati alimenti o allergeni ambientali e può manifestarsi con difficoltà a deglutire e dolore toracico.
Esofagite infettiva
Può essere causata da infezioni virali (come herpes simplex o citomegalovirus), fungine (in particolare Candida) o batteriche, soprattutto in persone con sistema immunitario compromesso.
Esofagite caustica o chimica
Deriva dal contatto diretto con sostanze corrosive come acidi o alcali forti, che possono danneggiare gravemente la mucosa esofagea. Può verificarsi accidentalmente o, più raramente, in tentativi di suicidio.
Esofagite da farmaci
Alcuni farmaci, se non deglutiti correttamente o se assunti senza sufficiente acqua, possono rimanere a contatto con la mucosa esofagea e causare irritazione locale. Tra questi: alcuni antibiotici, farmaci antiinfiammatori non steroidei, preparati a base di potassio e bifosfonati.
Sintomi dell’esofagite
I sintomi dell’esofagite possono variare in base alla causa e alla gravità, ma generalmente includono:
- Bruciore di stomaco o pirosi: sensazione di bruciore retrosternale che può irradiarsi verso la gola
- Dolore durante la deglutizione (odinofagia): che può manifestarsi come dolore o fastidio quando si ingeriscono cibi solidi o liquidi
- Difficoltà a deglutire (disfagia): sensazione che il cibo rimanga “bloccato” nell’esofago
- Dolore al petto: che può essere confuso con dolore cardiaco
- Rigurgito: risalita di cibo o liquidi acidi in gola o in bocca
- Raucedine o tosse cronica: soprattutto al mattino o dopo i pasti
- Sensazione di corpo estraneo in gola
- Nausea o vomito
- Alitosi (alito cattivo)
Nei casi più gravi o cronici possono comparire sintomi come:
- Perdita di peso
- Anemia da sanguinamento cronico
- Vomito con sangue (ematemesi)
- Feci scure o con sangue (melena)
Cause e fattori di rischio
Le cause dell’esofagite variano in base al tipo specifico, ma i principali fattori di rischio includono:
Per l’esofagite da reflusso:
- Ernia iatale
- Sovrappeso o obesità
- Gravidanza
- Fumo di sigaretta
- Consumo eccessivo di alcol
- Dieta ricca di cibi grassi, piccanti, acidi o caffeina
- Assunzione di determinati farmaci
- Stress
Per l’esofagite eosinofila:
- Predisposizione genetica
- Allergie alimentari o ambientali
- Asma o altre condizioni allergiche
Per l’esofagite infettiva:
- Sistema immunitario compromesso (AIDS, trapianti, chemioterapia)
- Diabete non controllato
- Uso prolungato di antibiotici o corticosteroidi
Diagnosi dell’esofagite
La diagnosi dell’esofagite si basa su:
Valutazione clinica
- Anamnesi dettagliata dei sintomi
- Esame fisico
Esami strumentali
- Endoscopia digestiva superiore (EGDS): è l’esame di riferimento che permette di visualizzare direttamente la mucosa esofagea e prelevare campioni di tessuto per l’esame istologico
- pH-metria esofagea delle 24 ore: misura l’acidità nell’esofago per un periodo di 24 ore
- Impedenzometria: valuta non solo i reflussi acidi ma anche quelli non acidi
- Manometria esofagea: studia la motilità dell’esofago e la funzionalità dello sfintere esofageo inferiore
- Radiografia con pasto baritato: può evidenziare alterazioni anatomiche o stenosi
Esami di laboratorio
- Esame istologico: analisi del tessuto prelevato durante l’endoscopia
- Esami colturali: per identificare eventuali agenti infettivi
- Esami allergologici: test cutanei o ematici per allergie alimentari (in caso di sospetta esofagite eosinofila)
Cosa mangiare e cosa evitare in caso di esofagite
L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella gestione dell’esofagite, soprattutto nelle forme da reflusso. Ecco alcune indicazioni:
Alimenti consigliati:
- Cereali integrali: riso, pasta e pane integrali, avena
- Verdure non acide: patate, carote, zucchine, fagiolini, broccoli (cotti e non fritti)
- Frutta non acida: banane, melone, pera, mela (senza buccia)
- Proteine magre: pollo e tacchino senza pelle, pesce al vapore o al forno
- Latte e derivati a basso contenuto di grassi (se tollerati)
- Grassi sani in moderazione: olio extravergine d’oliva, avocado
- Tisane non menta (camomilla, malva)
- Acqua naturale a temperatura ambiente
Alimenti da limitare o evitare:
- Cibi acidi: agrumi, pomodori, ananas, kiwi
- Cibi piccanti: peperoncino, pepe, curry, salse piccanti
- Cibi grassi: fritture, insaccati, formaggi stagionati, carni grasse
- Cioccolato
- Menta e liquirizia
- Bevande gassate
- Caffè, tè nero e bevande contenenti caffeina
- Alcol, in particolare vino rosso e superalcolici
- Cibi molto caldi o molto freddi
- Cibi che possono rilassare lo sfintere esofageo inferiore: cioccolato, menta, cipolla, aglio
Suggerimenti per lo stile alimentare:
- Consumare pasti piccoli e frequenti
- Masticare lentamente e accuratamente
- Evitare di sdraiarsi subito dopo i pasti (attendere almeno 2-3 ore)
- Cenare almeno 3 ore prima di coricarsi
- Bere tra i pasti e non durante
- Evitare di indossare abiti stretti in vita
- Mantenere un peso corporeo adeguato
Come curare l’esofagite
Il trattamento dell’esofagite dipende dalla causa sottostante e dalla gravità dei sintomi:
Trattamento farmacologico
- Inibitori della pompa protonica (IPP): omeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo, che riducono la produzione di acido gastrico
- Antagonisti dei recettori H2: ranitidina, famotidina, che riducono l’acidità gastrica
- Antiacidi: per neutralizzare temporaneamente l’acido
- Procinetici: che migliorano lo svuotamento gastrico e la motilità esofagea
- Corticosteroidi: topici o sistemici, soprattutto nell’esofagite eosinofila
- Antimicotici o antibiotici: nelle forme infettive
- Immunosoppressori: in casi selezionati di esofagite eosinofila
Trattamenti endoscopici
- Dilatazione endoscopica: per allargare restringimenti o stenosi
- Ablazione con radiofrequenza: in casi selezionati di esofago di Barrett
- Iniezione di steroidi: in alcune forme di esofagite eosinofila
Interventi chirurgici
- Fundoplicatio secondo Nissen: intervento chirurgico che rafforza lo sfintere esofageo inferiore, indicato in casi selezionati di MRGE non responsiva alla terapia medica
- Altri interventi antireflusso: con approccio laparoscopico o endoscopico
Cambiamenti dello stile di vita
- Modifiche dietetiche come descritto sopra
- Elevazione della testata del letto di 15-20 cm
- Evitare di sdraiarsi dopo i pasti
- Perdita di peso se in sovrappeso
- Cessazione del fumo
- Riduzione del consumo di alcol
- Gestione dello stress
- Evitare indumenti stretti in vita
Complicanze dell’esofagite non trattata
Se non adeguatamente trattata, l’esofagite può portare a complicanze come:
- Stenosi esofagea: restringimento dell’esofago dovuto alla formazione di tessuto cicatriziale
- Esofago di Barrett: trasformazione della mucosa esofagea, che rappresenta una condizione precancerosa
- Ulcere esofagee: lesioni profonde della mucosa che possono sanguinare
- Perforazione esofagea: nei casi più gravi, con rischio di mediastinite
- Difficoltà nutrizionali: dovute alla disfagia e al dolore durante l’alimentazione
Quando rivolgersi al medico
È importante consultare un medico se si manifestano:
- Sintomi persistenti di bruciore o dolore retrosternale
- Difficoltà o dolore durante la deglutizione
- Perdita di peso involontaria
- Vomito persistente o con sangue
- Feci nere o con sangue
- Dolore toracico, soprattutto se accompagnato da sudorazione o difficoltà respiratorie
L’esofagite è una condizione che, se adeguatamente diagnosticata e trattata, può essere efficacemente gestita nella maggior parte dei casi. Un approccio terapeutico che combini farmaci, modifiche dietetiche e dello stile di vita è generalmente in grado di controllare i sintomi e prevenire le complicanze.